La Domus del chirurgo
Una piccola Pompei riemersa dal buio dei secoli nel cuore storico di Rimini.L’importanza del ritrovamento archeologico ha fatto il giro del mondo perché si tratta del più ricco corredo chirurgico del mondo romano noto: un’area archeologica di 700 mq. che ha restituito gli strumenti del lavoro di un chirurgo che operava all’interno di un’abitazione di Ariminum nel III secolo, destinata in parte all’esercizio della professione medica e farmaceutica. La Domus è situata in Piazza Ferrari, proprio accanto al Museo di Rimini, di cui fa parte integrante, completandone il percorso.
Museo della Citta’
In via L. Tonini, 1, accanto alla Chiesa del Suffragio, ospitato nel settecentesco collegio dei Gesuiti, il Museo della Città raccoglie il passato di Rimini. È una miniera di meraviglie e curiosità. Ci sono le piccole pedine che venivano usate come biglietti di ingresso all’Anfiteatro, statuine di gladiatori. Gruzzoli di spiccioli dell’epoca romana, sfarzosi mosaici, anfore e laterizi delle fornaci di argilla aperte dai prim imprenditori riminesi.Vi sono esposte le opere della Pinacoteca, ove si possono ammirare dipinti, sculture e ceramiche, arazzi e oreficerie, l’imponente affresco con il Giudizio Universale proveniente dalla chiesa di Sant’Agostino, i capolavori della Scuola Riminese del Trecento, il raffinato Crocifisso di Giovanni da Rimini e il prezioso polittico di Giuliano da Rimini, vasellame e boccali decorati con stemmi malatestiani, preziose tavole dell’età d’oro della signoria dei Malatesta commissionate ad artisti di grande fama quali: Giovanni Bellini, Domenico Ghirlandaio, Agostino di Duccio, Pisanello e Matteo de’ Pasti, Guido Cagnacci, il Centino, il Guercino e Simone Cantarini. Uno spazio permanente è dedicato alla splendida produzione grafica di Renè Gruau, artista riminese che per oltre 70 anni ha operato nel campo dell’illustrazione di moda.
Il borgo San Giuliano
Oggi a Rimini se si parla di “borgo” s’intende principalmente quello di San Giuliano, sulla sponda settentrionale del fiume Marecchia, separato dal centro storico dal Ponte di Tiberio. Nato intorno all’anno Mille, era l’antico quartiere dei pescatori. Oggi le case qui sono alle stelle ed è un piacere passeggiare fra e sue stradine e piazzette, classico esempio di antica edilizia popolare, povera, di sapore medievale, ma perfettamente ristrutturate: muri color pastello spesso decorati da grandi murales, vasi di fiori sui balconi. Si dice che il Borgo San Giuliano fosse il luogo preferito di Federico Fellini e Giulietta Masina. Merita una visita la chiesa di San Giuliano, di sapore palladiano, antica abbazia benedettina (IX sec.) che la tradizione vuole eretta su un tempio pagano. Non solo perché fra le varie opere c’è anche un dipinto di Paolo Veronese: il Martirio di San Giuliano (è sull’altare maggiore). Il Borgo San Giuliano ha una caratteristica particolare: l’interesse a coltivare e custodire la propria storia, anche quella piccola e vicina nel tempo.
Tempio Malatestiano
Via IV Novembre. È un’intensa storia d’amore quella che racconta il Tempio Malatestiano (1450), capolavoro del Rinascimento italiano. L’amore è quello fra Sigismondo e la sua giovanissima amante diventata poi la terza e ultima moglie Isotta Degli Atti. Sigismondo fece realizzare quest’opera (prima rimaneggiando, poi demolendo una chiesa francescana) con l’idea che dovesse diventare un mausoleo per sé e per Isotta. Candido e ieratico con la facciata di marmo, firmata da un gigante della storia dell’architettura, Leon Battista Alberti, il Tempio Malatestiano contiene una serie di cappelle e di tesori: un Crocefisso di Giotto, un affresco di Piero della Francesca, i preziosi bassorilievi degli angeli che suonano su sfondo blu. La particolarità del Tempio Malatestiano è che per la prima volta, in piena filosofia rinascimentale, non si celebra solo Dio, ma piuttosto un uomo, Sigismondo. Un uomo che però cadde in disgrazia. Il suo sogno, il progetto non fu mai concluso. Ma è un incompiuto splendido.
La vecchia pescheria e i luoghi del divertimento
Sono due i cuori pulsanti della ‘movida’ riminese che, a seconda delle stagioni, accendono il divertimento notturno: la zona del porto e di Marina centro, con gli street bar e i locali sulla spiaggia, e le piazzette e le viuzze del centro storico dietro la ‘Vecchia Pescheria’, ogni sera si ritrovano migliaia di giovani per un aperitivo, uno spuntino, un concerto, un incontro. Il fascio della pescheria vecchia è dato dal perfetto connubio fra fascino della storia e meeting point di tendenza: cantinette, pub, ristorantini, tavoli all’aperto, luci di candele. Qui sono nate tante tendenze poi esportate nel resto d’Italia: dal finger food alle miniportate sui bicchierini o sui cucchiai decorati.